Nuovo Progetto in Messico: “Vivienda e Loft”

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Delfina Acerboni e alcuni destinatari del Progetto

La generosità di molte persone solidali, anche attraverso l’Associazione Harambee, ha permesso in questi anni, per i quattordici nuclei familiari che si stanno appoggiando, il conseguimento del primo punto del programma dell’Associazione (miglioramento immediato delle condizioni di vita), in merito ad alimentazione, studio, salute, ma ha interessato solo parzialmente l’aspetto abitativo, che è stato limitato in molti casi alla ricerca di sistemazioni provvisorie per i casi veramente insostenibili. Va da sé che una sistemazione provvisoria può soddisfare l’esigenza di dignità ed igiene dell’alloggio, ma non quella della sicurezza, a causa dei continui spostamenti cui devono sottoporsi le famiglie, in un primo momento accettate e ben presto invitate a lasciare libera l’abitazione che occupano, sia a causa della loro povertà che, soprattutto, a causa del nugolo di bambini che la compongono.

A questo proposito, abbiamo sottolineato in più di un’occasione come l’ incertezza abitativa invalidi quasi tutti gli sforzi che si stanno facendo per stimolare le persone a progredire, poiché costituisce un motivo di forte preoccupazione, oltre che un deterrente verso una corretta fiducia ed autostima. I continui cambi, ed ancor più il percepirsi indesiderate, fanno sì che le persone si sentano ancor più misere e rifiutate dal resto della società.

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Bimbi di San Luis de la Paz

La speranza di poter offrire la necessaria base di sicurezza a queste persone e di ridare ad altre la dignità della quale sono state private coinvolge generalmente tre categorie di persone tra le più emarginate e quindi bisognose di appoggio economico e di solidarietà: vedove con parecchi figli piccoli, ragazze madri, infermi incurabili.

­Le prime, giovani vedove, hanno alle spalle una vita di privazioni, maltrattamenti e percosse a causa dell’alcoolismo del coniuge, e, per non abbandonare i figli a se stessi, si adattano a piccoli lavori mal retribuiti. Per loro è prevista la costruzione di casette che soddisfino la esigenza di sicurezza ed igiene, pur nella massima economia. Ogni casetta avrà una superficie di 68 metri quadrati, pavimento in cemento ed intonaco interno. Prevede cucina abitabile, bagno provvisto di un rudimentale scalda acqua solare, una camera per i maschietti, una per le bambine e la madre, oltre ad un piccolo locale da poter utilizzare per qualche attività che in futuro permetta alle famiglie di raggiungere l’autonomia economica. Ad ogni casetta sarà annesso un piccolo appezzamento di terreno che sarà irrigato con le acque grigie provenienti dalla casa, con l’obbligo di adibirlo ad orto per il soddisfacimento delle esigenze familiari. Il costo previsto per la costruzione di una casetta è di circa 6.000 euro.

Le ragazze madri sono in genere giovanissime, figlie a loro volta di ragazze madri o di prostitute, cresciute in istituti per bambini abbandonati. Raggiunti i 14-16 anni, per colmare le grandi carenze affettive con le quali sono cresciute, spesso decidono di vivere in unione libera con il ragazzo che apparentemente sembra in grado di soddisfare questa esigenza. Abbandonate da quest’ultimo, non hanno né la possibilità né la forza di provvedere a se stesse ed al proprio bambino e tanto meno una famiglia presso la quale fare ritorno. Riteniamo fondamentale tendere loro una mano, perché non si vedano costrette ad abbandonare le proprie creature in istituto, condannandole all’infelice destino che ha segnato le loro vite. Per loro è previsto un monolocale con bagno, per una superficie complessiva di 25 metri quadrati, costruito secondo i canoni previsti per le casette. Il costo previsto per la costruzione di un monolocale è di circa 3.000 euro.

Gli infermi incurabili costituiscono, tra tanti, un grave problema, poiché in genere non hanno diritto ad assistenza sanitaria gratuita e trascorrono quindi gli ultimi giorni della loro vita in condizioni di abbandono e spesso di sofferenza indescrivibili. Recentemente abbiamo avuto il privilegio di poter accompagnare per un anno e mezzo uno di questi infelici nel suo calvario e questa esperienza ha consolidato in noi la volontà di offrire, almeno ad alcuni tra i più miseri, la possibilità di terminare la propria esperienza terrena con il rispetto e la dignità alle quali ogni essere umano ha diritto. Si intende quindi costruire un piccolo ricovero nel quale possano essere ospitati, assistiti e soprattutto amati e considerati come persone nel significato pieno del termine, fino alla fine dei loro giorni. La costruzione prevede una camerata, cucina e bagni, oltre ad alcuni locali per il personale che vi presterà servizio. Il costo previsto per la costruzione del ricovero non è ancora stato quantificato, ma dovrebbe aggirarsi inizialmente attorno 20.000 euro.

A questo punto è logico ritenere ambizioso il nostro progetto e chiedersi come sarà possibile realizzare tutto ciò. La risposta è semplice: con l’aiuto della Provvidenza, che in dieci anni non ci ha mai abbandonato. Provvidenza che si manifesta nella generosità delle persone che ci appoggiano, nell’altruismo, nella dedizione, nel sostegno economico ma anche morale, nella preghiera di chi si rende conto che un piccolo gesto può avere un valore infinito. Provvidenza che ha il volto di tutti coloro che non riducono il proprio mondo allo stretto ambito personale o familiare, di tutti coloro che, più che sentirsi cittadini di una piccola patria, si sentono cittadini del mondo e parte di un’unica solidale umanità.

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Posa della prima pietra delle costruzioni

L’impegno è grande, ma abbiamo la certezza che, tutti insieme, ce la possiamo fare. Sappiamo bene che da soli non possiamo cambiare il mondo, ma sappiamo anche di non essere soli.

Delfina Acerboni, Responsabile del Progetto “Vivienda e Loft”