Ricordando Padre Salvatore Renna

L’8 aprile 2011 ricorre il terzo anniversario della morte di Padre Salvatore Renna, ideatore del progetto Passione per la Vita (a Guarapuava in Brasile), grazie al quale tanti bambini e tante famiglie hanno trovato rifugio, conforto, calore umano e speranza per il futuro. Il progetto continua grazie a Padre Lombardo Lonoce, a tanti volontari e ai sostenitori di Harambee. Ricordiamo questo nostro grande amico con le sue toccanti parole, che costituiscono il bilancio di una vita intensamente dedicata all’Uomo.

La vita.
Che dono meraviglioso è la vita. Soprattutto quando segnata da una ragione.
Quando sostenuta da un impegno: messa a disposizione da un irrinunciabile servizio.
La gioia di vivere è la gioia di servire, di essere utili, di far crescere gli altri, di dar loro la possibilità di essere riconosciuti nella loro dignità.”

“La missione.
Un’avventura. Una meravigliosa, splendida avventura.
Avventura umana e sovrumana.”

Ho sognato, giorno e notte, un mondo migliore: e a questo mi sono dedicato instancabilmente, da autentico utopista.
Ho sognato e tentato di dare la vita per gli altri.
Ho sognato e tentato di cantare e di lasciar felici quanti incontrassi per il cammino.
Ho tentato di provocare sentimenti di speranza e di riaccendere la pace nel cuore di chi incontrassi sfiduciato.
Ho sognato e lottato per la unità nelle famiglie. A cominciare dalla mia.
Ho sognato di contagiare anche gli altri con i miei sogni.
Ho letto sulla pelle e nell’anima lacerata degli sfruttati, accantonati, marginalizzati, abbandonati al loro destino, ma anche a mie spese, che la Pace è il dono più grande, ma solo è possibile, sincera e duratura, quando basata sulla giustizia.
Ho sognato, sperato, lottato, e tentato di contagiare gli altri con il mio sogno e la mia utopia.”

Le mie gioie più grandi.
La gioia della fede, vissuta con passione.
La gioia di essere utile.
Vedere un bambino sorridere, crescere.
Apprendere dai bambini lo spirito del dono.
Seminare pace nei cuori.
Aiutare qualcuno a rincontrarsi con la propria coscienza.
Riscattare l’umanità che è nascosta in ciascuno.”

La mia ammirazione e gratitudine.
Per i miei Genitori.
Per i miei educatori e formatori: di ieri e di oggi.
Per i miei compagni sinceri e solidali.
Per chi mi ha offerto la sua amicizia ed ha accettato la mia.
Per chi non mi ha abbandonato nel cammino.
Per chi si è lasciato accompagnare da me.
Per chi ha esercitato la pazienza con me.
Per chi mi ha incoraggiato, anche davanti ai miei errori.
Per chi mi ha accettato, così come sono, senza meravigliarsi dei miei limiti e difetti.
Per chi mi ha dato condizioni per essere particolarmente efficiente nella mia missione.
Per tutti quei laici che mi hanno permesso di crescere come Chiesa.
Per chi mi ha dato opportunità di lasciar cadere un seme di bene nella costruzione di un mondo da me sognato in armonia con la dignità della persona umana e del Vangelo.
Per il Brasile che mi ha dato tanto.

Il mio estremo desiderio.
Non lasciare, in questo mondo, una sola persona triste per causa mia.
Poter raggiungere tutti per chiedere perdono se per caso li avessi offesi o intristiti.
Non prendere in considerazione le debolezze umane della Chiesa, ufficiale e istituzionale.
Morire in seno alla Chiesa.”